L’arrivo
Era successo circa una ventina di anni fa: all’improvviso, senza alcun segnale stesse per succedere qualcosa di tanto straordinario.
Gli osservatori di tutto il mondo avevano visto i segnali della presenza di un corpo celeste che si stava avvicinando: inizialmente erano tutti preoccupati fosse un qualche genere di roccia, che potesse impattare sul nostro pianeta, ma si accorsero con grande stupore, che l’oggetto, man mano si avvicinava alla terra, rallentava. Questo indicava chiaramente che non si trattava certo di un asteroide o di una cometa: nessun oggetto celeste, sino a quel momento almeno, si era mai dimostrato rallentare per qualsiasi motivo, o se succedeva era solo perché veniva attratta dal campo gravitazionale di qualche altro corpo al quale passava troppo vicino. In questo caso invece l’oggetto mirava dritto verso il nostro pianeta, evitando le attrazioni gravitazionali dei vari pianeti vicino ai quali passava. Gli astronomi di tutto il mondo erano in fibrillazione nel domandarsi se questo fosse un possibile primo contatto o meno con delle entità provenienti da un altro pianeta.
In effetti lo sarebbe stato… e no, per quanto questa possa sembrare un’affermazione strana, fu esattamente quello che successe: l’oggetto si fermò in un’orbita sincrona con la nostra luna, in una posizione in cui non era così semplice vederla: proprio al limitare del bordo della luna stessa.
La partenza
Non restò li per molto tempo: giusto il tempo di lanciare una serie di piccolissimi oggetti verso il pianeta. Fecero due lanci: uno verso il polo nord, e l’latro verso il polo sud; furono due lanci a distanza di dodici ore esatte.
Eseguito il secondo lancio, come era arrivato, l’oggetto ripartì, ma non verso la direzione da cui era venuto, l’oggetto riprese a muoversi, continuando il proprio percorso, superando la terra, in direzione di cosa si può solo provare ad immaginare.
I militari, di diversi governi, premevano affinché attaccassimo questi presuntuosi che si erano permessi di lanciarci addosso qualcosa e poi se n’erano andati via, senza nemmeno salutare. Fortunatamente i presidenti delle potenze più grandi, si rifiutarono di accettare quel nefasto consiglio: tutto sommato forse era stato meglio che non ci fosse stato un contatto diretto, o meglio un confronto, perché le dimensioni dell’oggetto erano enormi: gli astronomi avevano calcolato che doveva essere grande circa quanto la Spagna, ed inoltre, probabilmente erano loro a causarlo, vi era un disturbo che non permetteva di inquadrare chiaramente l’oggetto stesso.
Si riusciva a vederlo ad occhio nudo, ma quando si puntavano, sull’oggetto, telescopi sia a lente che di altro tipo, o quando si cercava di crearne un’immagine digitale con dei laser di ultima generazione, l’operazione andava puntualmente a vuoto. Fatto fu che l’oggetto, dopo i suoi due lanci, se ne andò, mentre gli scienziati, ed i militari, ancora cercavano un modo per riuscire a vedere cosa davvero fosse. Tutti dissero che era sicuramente una qualche tipo di astronave, ma non fu possibile a nessuno farsi un’idea di che forma o dimensioni esatte avesse.
Al momento, al generale X, non importava che forma avesse, quello che lo preoccupava era cosa avessero lanciato questi ospiti scorbutici, verso i nostri due poli. I radar, delle varie stazioni di ascolto, non avevano rilevato nulla: ma il lancio era stato visto anche ad occhio nudo, per cui non c’era dubbio che qualcosa ci avessero tirato addosso. X aveva formulato diverse ipotesi: da armi biologiche, ad armi di origine sconosciuta, ad una semplice lettera di presentazione. Insomma le possibilità erano infine, rispetto a cosa potessero averci lanciato contro.
Le Sfere
Passarono i giorni, le settimane ed i mesi ma nessuno riuscì a trovare cosa avessero spedito verso di noi, finché arrivò quella sera, almeno da noi erano le venti circa. Per noi comuni mortali erano sembrati dei normali fuochi di artificio: lampi nel cielo ormai quasi scuro, da cui si diramavano dei fili di luce che terminavano con un punto molto luminoso. Quello che ci parve strano fu il fatto che tutto successe nel più assoluto silenzio: nessun boato, nessun fischio, insomma nessuno degli abituali rumori prodotti dai classici fuochi d’artificio.
Ed infine eccole: delle piccole sfere, apparentemente di metallo, comparvero nel cielo di tutto il mondo. Quest’ultime, tanto rapide, quanto silenziose, si mossero, ognuna in una direzione che pareva fosse già determinata. Raggiunsero le loro posizioni, che corrispondevano allo stare ad una distanza media di circa mezzo metro, sopra una persona. Nessuno capì mai quale fu la scelta, il metodo, l’algoritmo usato perché le sfere scegliessero una persona rispetto ad un altra, ma ogni sfera si posizionò sopra un essere umano: maschio, femmina, bianco, nero, cattolico o mussulmano; pareva non ci fosse nessun criterio. Anche le età sembravano apparentemente casuali: le sfere si erano posizionate sopra bambini appena nati, adolescenti, adulti e persone molto mature. Insomma nessuna delle brillanti menti umane ha mai trovato uno schema nel modo in cui le sfere si posizionarono quella notte.
Quello che fu chiaro da lì a poco, fu che ogni sfera seguiva il proprio umano selezionato, perché furono selezionati solo essere umani, niente animali né di compagnia né selvatici: quello che i capoccioni affermarono, dopo settimane di studio, era che le sfere parevano essere state assegnate ad essere umani di ogni razza e credo, ed una volta posizionate, non c’era stato modo di separarle dalla loro meta. Provarono di tutto: campi magnetici locali, isolati e corazzati; portarono una delle persone selezionate sott’acqua ed altre in aerei speciali, capaci di raggiungere il limite esterno della nostra atmosfera: nulla da fare. Ovunque andasse la persona a cui la sfera era stata assegnata, la sfera andava, e non c’era modo di impedirglielo. Nemmeno quando provarono con le maniere forti ebbero alcun risultato. Questa cosa preoccupava molto i militari, ed i servizi segreti, di tutto il mondo. Ma, probabilmente come gli alieni avevano sicuramente programmato, passato qualche anno, pochi ormai facevano caso alle persone, che si spostano per il mondo, seguite da queste fedeli, ed onnipresenti, sfere di metallo che si libravano sopra di loro a circa mezzo metro.
Nemmeno alla morte, per vecchiaia, per malattia o per incidente, del primo dei selezionati riuscirono a cavarne qualcosa di interessante: i capoccioni speravano che morta una persona la sfera si sarebbe disattivata, dando così il modo di arraffarne una e poterla studiare, come solo i militari sapevano fare: sezionando, smontando, distruggendo.
Sfortunatamente per loro, invece, una volta morto un selezionato, la sfera semplicemente andava a cercarsi un’altra persona a cui attaccarsi. Che lo facesse perché avesse una lista di soggetti da seguire a cascata, o semplicemente selezionato, a caso, il successivo soggetto, non era dato saperlo: la sfera, al momento della morte del selezionato, semplicemente si librava e partiva alla ricerca del prossimo soggetto da selezionare, seguendo chissà che programmazione.
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